Biblioteca digitale

delle Fraternità

di Gerusalemme

 di Firenze                                                 

                      

     Le Letture Patristiche 

Festività con data fissa

 

                                                                                                                                                    

 

Le letture patristiche sono fornite dalle Sorelle delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme di Firenze, che con affetto  ringraziamo!

In alcune occasioni potrebbero differire da quelle effettivamente lette durante la Liturgia in Badia.

 

 

7 DICEMBRE - VEGLIA della Solennità dell'Immacolata Concezione

Inno su Maria, n° 7

 

 

Maria immacolata, piena di una grazia particolare  in vista dei meriti di tuo figlio

 di Sant’Efrem Siro nel quarto secolo

 

 

Voi tutti che siete capaci di discernimento, venite e ammiriamo

la Vergine madre, figlia di Davide...

Venite e ammiriamo la Vergine purissima,

meraviglia, unica fra le creature.

 

Ha dato la vita senza conoscere uomo,

con l’anima purissima colma di stupore.

Ogni giorno il suo spirito si dedicava alla lode,

poiché si rallegrava della doppia meraviglia:

virginità custodita, figlio dilettissimo!

 

Lei, perfetta colomba (Ct 6,8), ha portato in sè quell’aquila,

il Vegliardo dei tempi (Dn 7,9), cantando le sue lodi:

“Figlio mio, tu il più ricco, hai scelto di crescere

in un nido povero. Arpa melodiosa,

rimani nel silenzio come un bambino.

Lasciami, per favore, cantare per te:...

 

La tua dimora, figlio mio, è la  più vasta di tutte,

eppure hai voluto che io sia la tua dimora.

Il cielo è troppo piccolo per contenere la tua gloria,

eppure io, la più umile degli esseri, ti porto.

Lascia che  Ezechiele venga  a vederti sulle mie ginocchia,

ch’egli riconosca in te colui che, sul carro,

portava i cherubini (Ez 1)...; oggi, io ti porto...

Con  gran tremore, i cherubini gridano:

“Benedetto lo splendore dove risiedi!” (Ez 3,12).

Questo luogo, è in me, il mio seno è la tua dimora;

Tengo il trono della tua maestà nelle mie braccia...

 

Vieni a vedermi, Isaia, vedi e rallegriamoci!

Ecco che ho concepito pur rimanendo vergine (Is 7,14).

Profeta dello Spirito, ricco delle tue visioni

Su, vedi l’Emmanuele che a te è rimasto nascosto...

Su, venite, voi tutti che sapete discernere, voi che, con la vostra voce, rendete testimonianza allo Spirito...

Svegliatevi, rallegratevi, ecco la messe!

Guardate : nelle mie braccia, porto la spiga della vita.”

 

8 DICEMBRE - Solennità  dell'Immacolata Concezione - Lodi

 

§ 490-493

 

« Ti saluto, o piena di grazia »

 Catechismo della Chiesa cattolica

 

 

          Per essere la Madre del Salvatore, Maria « da Dio è stata arricchita di doni degni di una così grande missione » (LG 56). L'angelo Gabriele, al momento dell'annunciazione, la saluta come « piena di grazia ». In realtà, per poter dare il libero assenso della sua fede all'annunzio della sua vocazione, era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio.

 

Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, « colmata di grazia » da Dio, era stata redenta fin dal suo concepimento. È quanto afferma il dogma dell'immacolata concezione, proclamato da papa Pio IX nel 1854: « La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale ».

 

         Questi « splendori di una santità del tutto singolare » di cui Maria è « adornata fin dal primo istante della sua concezione » (LG 56) le vengono interamente da Cristo: ella è « redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo » (LG 53). Più di ogni altra persona creata, il Padre l'ha « benedetta con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo ». In lui l'ha scelta « prima della creazione del mondo, per essere santa e immacolata al suo cospetto nella carità » (Ef 1, 3-4).

 

I Padri della Tradizione orientale chiamano la Madre di Dio « la Tutta Santa » (Panaghia), la onorano come « immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura ». Maria, per la grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza.

 

8 DICEMBRE - Solennità  dell'Immacolata Concezione - VESPRI

Redemptoris Mater, 7, 10

 

«Ti saluto, o piena di grazia »

 Giovanni Paolo II

 

 

          «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo ; in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, (Ef 1,3-4). La Lettera agli Efesini parlando della «gloria della grazia» che «Dio, Padre ci ha dato nel suo Figlio diletto», aggiunge: «In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue» (Ef 1,7). Secondo la dottrina, formulata in solenni documenti della Chiesa, questa «gloria della grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fatto che ella è stata «redenta in modo più sublime» (Pio IX)

 

 In virtù della ricchezza della grazia del Figlio diletto, a motivo dei meriti redentivi di colui che doveva diventare suo Figlio, Maria è stata preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sin dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza, ella appartiene a Cristo, partecipa della grazia salvifica e santificante e di quell'amore che ha il suo inizio nel «Diletto», nel Figlio dell'eterno Padre, che mediante l'incarnazione è divenuto il suo proprio Figlio. Perciò, per opera dello Spirito Santo, nell'ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa, nell'ordine della generazione terrena, diede la vita come madre… E poiché questa «vita nuova» Maria la riceve in una pienezza corrispondente all'amore del Figlio verso la Madre, e dunque alla dignità della maternità divina, l'angelo all'annunciazione la chiama «piena di grazia».

 

1 FEBBRAIO - VEGLIA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO

1a omelia per la Purificazione, 3-5 ; SC 166, p.313s

 

 

« Luce per illuminare le genti »

 

del Beato Guerrico d’Igny nel dodicesimo secolo

 

 

         Mi rallegro con te e ti benedico, o piena di grazia ; hai dato alla luce la Misericordia che è venuta su di noi. Hai preparato tu questo cero che ricevo oggi nelle mani [nella liturgia di questa festa]. Hai dato tu la cera a questa fiamma…quando, Madre senza corruzione, hai vestito di una carne senza corruzione il Verbo incorruttibile.

 

         Fratelli, andiamo ! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone. Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri, voglio dire queste lampade che il Signore vuole che teniate nelle mani. « Guardate a lui e sarete raggianti » (Sal 33, 6). Non tanto per portare in mano delle fiaccole, quanto per essere voi stessi fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per quello degli altri : … Gesù accenderà la vostra fede, farà brillare il vostro esempio, vi suggerirà la parola giusta, infiammerà la vostra preghiera, purificherà la vostra intenzione…

 

         E per te, che possiedi dentro di te tante lampade accese, quando si spegnerà la lampada di questa vita, sorgerà la luce di quella vita che non si può spegnere. Sarà per te, di sera, come il sorgere della luce di mezzogiorno. Nel momento in cui pensavi di spegnerti, sorgerai come la stella del mattino (Gb 11, 17) e le tue tenebre saranno come il sole meridiano (Is 38, 10). Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna (Is 60, 19), perché la lampada della nuova Gerusalemme è l’Agnello (Ap 21, 23). A lui sia benedizione e splendore per i secoli ! Amen.

 

2 FEBBRAIO - FESTA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO - LODI

 

 

 

“Accogliamo la luce viva ed eterna”

Di san Sofronio nel VII sec.

 

  

            Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.

         La luce venne nel mondo e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno. La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo è venuta. Tutti dunque, fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio.

 

2 FEBBRAIO - FESTA della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE al TEMPIO - VESPRI

  

  

 

« Subito entrerà nel suo tempio, il Signore che voi cercate » (Ml 3,1)

San Bernardo nel dodicesimo secolo

 

 

            Oggi la Vergine Madre introduce il Signore del tempio nel tempio del Signore; anche Giuseppe vi porta al Signore quel figlio che non è suo, bensì il Figlio prediletto nel quale Dio si è compiaciuto (Mt 3,17). Simeone, il giusto, lo riconosce come colui del quale era in attesa; Anna, la vedova, lo loda. Una prima processione viene celebrata in questo giorno da questi quattro personaggi, una processione che, in seguito, sarebbe stata celebrata nella gioia dall’universo intero... Non siate stupiti che questa processione sia così piccola, poiché è anche piccolo colui che viene ricevuto nel tempio. Ma in questo luogo, non ci sono peccatori: tutti sono giusti, tutti sono santi, tutti sono perfetti.

            Salverai forse solo questi, Signore? Il tuo corpo crescerà e anche la tua tenerezza crescerà... Vedo ora una seconda processione in cui le folle precedono il Signore, in cui le folle lo seguono; non lo porta più la Vergine, bensì un piccolo d’asino. Non disdegna dunque nessuno.., se almeno non sono privi dei mantelli che indossavano gli apostoli (Mt 21,7): la loro dottrina, i loro costumi, e la carità che copre una moltitudine di peccati (1 Pt 4,8). Ma proseguirò col dirvi che anche a noi egli ha riservato un posto in questa processione... Davide, re e profeta, esultò nella speranza di vedere questo giorno: “Lo vide e se ne rallegrò” (Gv 8,56). Altrimenti avrebbe forse cantato: “Riceviamo, Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio” (Sal 47,10)?  Davide ha ricevuto questa misericordia del Signore, Simeone l’ha ricevuta, e anche noi l’abbiamo ricevuta, come tutti coloro che sono destinati alla vita, poiché “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8)...

            Abbracciamo dunque questa misericordia che abbiamo ricevuta dentro il tempio e, come la beata Anna, non ce ne allontaniamo. Poiché “Santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1 Cor 3,17). È vicino a voi questa misericordia; “vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore” (Rm 10,8). Di fatto, non abita forse Cristo nei vostri cuori per la fede (Ef 3,17)? Ecco il suo tempio, ecco il suo trono... Sì, nel cuore riceviamo la misericordia, nel cuore abita Cristo, nel cuore egli mormora le parole della pace al suo popolo, ai suoi santi, a quanti rientrano nel loro cuore.

 

23 GIUGNO - VEGLIA della solennità della nascita di San Giovanni Battista

Dai «Discorsi», (Disc. 293, 1-3; PL 38, 1327-1328)

 

Voce di chi grida nel deserto

 di sant'Agostino nel quinto secolo

 

La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta vergine. Il padre non presta fede all'annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede.

 

Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il Nuovo. Infatti, che egli sia, in certo qual modo, un limite lo dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16, 16). Rappresenta dunque in sé la parte dell'Antico e l'annunzio del Nuovo. Infatti, per quanto riguarda l'Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire l'accaduto per spiegare l'immagine della realtà.
      

Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, e solo allora riacquista la parola. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. Se Giovanni avesse annunziato se stesso non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti, a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: «Chi sei tu?» (Gv 1, 19). E rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po' di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio.

 

24 GIUGNO - LODI della solennità della nascita di San Giovanni Battista

Omelia II, 20  ; CCL 122, 328-330

 

 

Giovanni non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce

 di San Beda il Venerabile nell’ottavo secolo

 

 

         Che la nascita di Giovanni sia commemorata quando i giorni diminuiscono e quella del Signore quando cominciano a crescere, comporta un significato simbolico. Giovanni stesso, infatti, ha rivelato il segreto di questa differenza. Le folle lo prendevano per il Messia tenendo conto delle sue eminenti virtù, mentre certi consideravano il Signore, non come il Messia, ma come un profeta, a causa della debolezza della sua condizione corporea. E Giovanni disse : « Egli deve crescere e io, invece, diminuire » (Gv 3, 30). Il Signore è veramente cresciuto perché, mentre lo consideravano come un profeta, ha fatto conoscere ai credenti del mondo intero che egli era il Messia. Giovanni è decresciuto e diminuito perché egli che era scambiato per il Messia è apparso non come il Messia ma come l’annunciatore del Messia.

 

È dunque normale che il chiarore del giorno cominci a diminuire dalla nascita di Giovanni poiché la reputazione della sua divinità stava per svanire e il suo battesimo per scomparire presto. È pure normale che il chiarore dei giorni più corti ricominci a crescere fin dalla nascita del Signore : in verità, egli è venuto sulla terra per rivelare a tutti i pagani la luce della sua conoscenza, di cui prima i giudei soli ne possedevano una parte, e per diffondere nel mondo intero il fuoco del suo amore.

 

24 GIUGNO - VESPRI della solennità della nascita di San Giovanni Battista

 

Discorso 1 per Giovanni Battista

 

 

 

 Tu, bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo

 di Beato Guerrico d’Igny nel dodicesimo secolo

 

 

         A ragione la nascita di questo bambino fu un motivo di gioia  per molti : e lo è anche oggi. Donato ai suoi genitori nella loro vecchiaia, veniva per predicare ad un mondo che stava invecchiando, la grazia di una nuova nascita. È bello che la Chiesa festeggi solennemente questa natività, frutto meraviglioso della grazia, di cui la natura rimane ammirata.

 

Per quanto mi riguarda, la nascita di questa lampada destinata a rischiarare il mondo (Gv 3, 35), mi colma di una gioia nuova ; grazie ad essa infatti ho riconosciuto la luce vera che splende nelle tenebre e non è stata accolta dalle tenebre (Gv 1, 5.9). Sì, mi colma di una gioia indicibile la nascita di questo bambino, che è per il mondo fonte di grandissimi beni. Lui, per primo, istruisce la Chiesa, inizia a formarla per mezzo della penitenza, la prepara mediante il battesimo, e quando l’ha così preparata, la rimette a Cristo e la unisce a lui (Gv 3, 29). Le insegna a vivere nella sobrietà, e con l’esempio della sua morte, le dà la forza di morire con coraggio. In tutto ciò, prepara per il Signore un popolo perfetto (Lc 1, 17).

 

29 GIUGNO - LODI  della SolennitÁ di san Pietro e san Paolo, Apostoli

 

Discorsi 82/69 per la festa degli apostoli Pietro e Paolo ; SC 200, 53

(In l' Ora dell'Ascolto p. 2462)  

 

 

Quando sarai vecchio…, un altro ti porterà dove tu non vuoi

 

di San Leone Magno nel quinto secolo

 

         In questa città di Roma, o beato Pietro, tu non temi di venire!... Non temi Roma, maestra del mondo, tu che nella casa di Caifa hai avuto paura davanti alla serva del sommo sacerdote. La potenza degli imperatori Claudio e Nerone era forse minore del giudizio di Pilato o del furore dei giudei? Poiché la forza dell’amore superava in te i motivi della paura, non temevi coloro che la tua missione ti chiamava ad amare. Avevi già ricevuto questa carità intrepida quando l’amore che avevi confessato per il Signore era stato rafforzato dalla sua triplice domanda (Gv 21,15)...

         È vero che a infonderti forza e fiducia concorrevano tanti miracoli, carismi e prerogative di cui eri dotato... Così, senza dubitare del felice successo dell’opera e consapevole dei limiti della tua età, portavi il vessillo glorioso della croce nella roccaforte dell’impero romano. In questo tuo ingresso ti precedeva per divina disposizione sia l’onore del potere, che la gloria della tua futura passione.

In questa città ti venne incontro Paolo, tuo compagno di apostolato e vaso di elezione (At 9,19), dottore destinato in modo speciale ai pagani (1 Tm 2,7). E questi si associò a te proprio in quel tempo in cui qualsiasi vestigio di onestà, di rispetto, di libertà andava scomparendo sotto la tirannia di Nerone. Il furore di costui, consumato dal fuoco di tutti i vizi, lo trascinò a tal punto di follia, che fu il primo a perseguitare atrocemente dovunque il nome cristiano, credendo stoltamente che la grazia di Dio potesse essere soffocata con l’uccisione dei fedeli... Ma “preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli” (Sal 115,15) e da nessuna forza di crudeltà potrebbe mai essere distrutta la religione fondata sul mistero della croce di Cristo. La Chiesa non viene diminuita dalle persecuzioni: si accresce anzi e il campo del Signore si riveste di messe sempre più abbondante, poiché i chicchi di frumento, mentre cadono in terra, a uno a uno, rinascono moltiplicati. Migliaia di santi martiri imitano il trionfo di questi due apostoli... hanno coronato questa città di un diadema unico tempestato di innumerevoli pietre preziose.

 

29 GIUGNO - VESPRI  della SolennitÁ di san Pietro e san Paolo, Apostoli

 

Primo discorso per la festa di san Pietro e san Paolo, 1, 3, 5

 

 

Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede ; e tu una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli

 di San Bernardo nel dodicesimo secolo

 

 

         Cristo mediatore « non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca » (1 Pt 2, 22). Come oserei avvicinarmi a lui, io che sono peccatore, anzi grande peccatore, i cui peccati sono più numerosi della sabbia del mare ? Egli è estremamente puro, e io estremamente impuro… Per questo Dio mi ha dato questi apostoli, che sono uomini e peccatori, anzi grandi peccatori, che hanno imparato dalla loro personale esperienza quanto dovevano essere misericordiosi nei confronti degli altri. Colpevoli di grandi colpe, concederanno alle grandi colpe un perdono facile e con la misura con la quale è stato misurato per loro, misureranno per noi.

 

         L’apostolo Pietro ha commesso un grande peccato, anzi forse non ce n’è di più grande. Ha ricevuto per questo un perdono, così pronto e facile, tanto da non aver perso nulla del privilegio del suo primato. E Paolo che aveva scatenato una persecuzione senza limite contro la Chiesa appena nata è condotto alla fede dalla chiamata del Figlio di Dio in persona ; e in cambio di tanti mali viene colmato di beni così grandi da divenire « lo strumento eletto per portare il nome del Signore dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele » (At 9, 15)…

 

         Pietro e Paolo sono i nostri maestri : hanno pienamente imparato dal solo Maestro di tutti gli uomini i sentieri della vita, e ci ammaestrano ancora oggi.

 

 

 

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